Granchio Blu: La minaccia atlantica alle acque italiane
Il Granchio Blu, conosciuto scientificamente come Callinectes sapidus, è una perfetta illustrazione di una specie aliena. Originario delle coste atlantiche americane, è stato introdotto per errore nelle acque italiane, molto probabilmente attraverso l’acqua di zavorra delle navi cargo.
Oggi, questo crostaceo si sta diffondendo rapidamente, in particolare tra il Veneto ed Emilia-Romagna, e anche in Toscana, si sta riproducendo in maniera molto veloce. Da inizio anno è diffuso anche nelle coste del Lazio, producendo danni non indifferenti in tutte queste regioni.
Granchio blu dannoso per l’ecosistema e la pesca
Ribattezzato come il “killer dei mari“, questo onnivoro sta causando danni significativi alle specie marine autoctone, agli allevamenti di molluschi come vongole, cozze e ostriche e alle reti dei pescatori. Non solo apre ostriche e cozze con facilità, ma è anche una minaccia per gli avannotti e le piante marine. Questo devastante impatto evidenzia ulteriormente come il Granchio Blu sia una vera e propria specie aliena per le acque italiane.
Cos’è una specie aliena?
Una specie aliena è un organismo che si trova fuori dal suo range di distribuzione naturale, introdotto in nuovi luoghi direttamente o indirettamente dagli esseri umani. Queste specie possono causare danni agli ecosistemi locali, alle economie e talvolta alla salute umana, poiché spesso non hanno predatori naturali nelle nuove aree e possono proliferare in modo incontrollato.
L’allarme di Zaia e le azioni del Veneto
Il Governatore del Veneto, Luca Zaia, ha recentemente dichiarato lo stato di calamità, sottolineando la gravità della situazione. Durante una conferenza a Venezia, ha annunciato l’installazione di 300 nasse per monitorare la diffusione del granchio al largo delle coste venete e ha proposto una caccia su larga scala al crostaceo, in risposta all’infestazione. Una domanda, ora, sorge spontanea: in futuro entrerà tra gli animali italiani più pericolosi?
Granchio blu: una soluzione culinaria?
Nelle lagune venete, diversi ristoranti hanno iniziato a proporre piatti a base di granchio blu. Lo chef Luca Faraon sottolinea la versatilità culinaria del crostaceo, suggerendo antipasti, primi, secondi e persino potenziali dolci. Cucinare il Granchio Blu potrebbe non risolvere completamente il problema della sua invasione, ma potrebbe sicuramente limitarne l’espansione.
Il mercato nero e le preoccupazioni per la salute
Sul litorale pontino, la domanda di granchio blu è in crescita, in particolare a Roma. Purtroppo si è sviluppato un mercato nero, con pescatori abusivi, principalmente di origine cinese e bengalese, che cacciano il granchio in zone come il Parco Nazionale del Circeo. La consumazione del granchio nella zona laziale al momento non è considerata sicura, in quanto circolante in aree inquinate e non vi sono state analisi specifiche sulla commestibilità e sulla tossicità dell’animale. Le forze dell’ordine ne sono al corrente e stanno pianificando controlli.
Il Granchio Blu rappresenta una minaccia reale e crescente per l’ecosistema marino italiano e l’industria della pesca. Mentre alcune soluzioni culinarie potrebbero aiutare a limitarne la diffusione, sono necessarie analisi preliminari e azioni concrete e coordinate per affrontare questa infestazione. Scopri anche una curiosità: perchè nelle grandi profondità marine granchi e altri animali non implodono?