Coronavirus: cosa succederà dopo la quarantena
Il periodo di isolamento sta per finire. O forse non tanto presto. Ma quel che è certo è che prima o poi saremo fuori di qui. Che sia maggio, giugno o settembre. Liberi di uscire di nuovo e darci alla pazza gioia. Ma non senza leccarci le ferite e senza grossi cambiamenti che questa crisi porterà con sè. Ma cosa succederà dopo la quarantena?
Un dopoguerra?
Nessuno può dirlo con certezza, ma possono essere formulate solo ipotesi molto verosimili incrociando vari fattori e basandosi su ciò che è successo un tempo.
Osservare il passato per poter guardare al futuro. Per alcuni questa sarà la più grande crisi dopo quella delle due guerre mondiali. Un primo dopoguerra che è stata la distruzione, e un secondo dopoguerra che è stata la rinascita. Saremo noi a scegliere quale dei due è il nostro caso.
Cosa succederà dopo la quarantena? Ce lo dice Twitter.
Abbiamo chiesto agli utenti Twitter di formulare alcune ipotesi. Alcune sono molto pessimistiche, alcune molto ottimistiche e poco attendibili. Ma ce ne sono 5 che sono molto probabili. Scopriamole assieme.
1. Crisi economica con inflazione e povertà
Periodo post bellico con inflazione galoppante, le piccole imprese chiuderanno per il 90%. Andare nei negozi non della grande distribuzione o da professionisti rimarrà una cosa da alternativi.
Come può essere ora farsi realizzare i pantaloni da un sarto piuttosto che comprarli in un negozio. Per risolvere la situazione economica verrà immessa moneta sul mercato, sotto forma di bonus, benefit, taglio di tasse e debiti. Tutte le attività appena riaperte porteranno ad un aumento dei prezzi.
Una pizzeria che vendeva una teglia di pizza a 10 euro la venderà a 15 per rifarsi dei due mesi di chiusura. Tutti questi fattori combinati creeranno un aumento dei prezzi simile a quello successo nel 2002 con l’avvento dell’euro (1000 lire=1 euro anzichè 0,52 centesimi). Dove il potere di acquisto di 1 euro oggi è 1 euro e domani sarà di 75 centesimi.
2. Inizio della vera era tecnologica
Questa imposizione forzata alla rete cambierà molte cose. Fino a prima del Coronavirus la rete è stata una cosa tutto sommato per pochi. C’erano gli acquisti online ma non battevano quelli di persona. C’erano le videoconferenze ma non battevano le telefonate o i meeting di persona. L’università e le lezioni online erano appannaggio solo di scuole private, che si limitavano a meri approfondimenti o piccole lezioni per quelle pubbliche.
Internet, insomma, era utile ma comunque un’alternativa o un’espansione a quello che già si faceva senza una connessione. Questa quarantena forzata ha imposto a persone, che internet non lo usavano, di cercare di farci il più possibile. Dopo la quarantena tutto cambierà.
Dalla spesa ai pagamenti online come di bollette o beni di prima necessità. Dal sostituire il cinema con le piattaforme di streaming al parlare con gli amici in video.
Dal lavorare a casa con lo Smart Working alle università e lezioni esclusivamente online. Dalla palestra su Youtube all’imparare a cucinare e sfamarsi senza uscire con i servizi di consegna a domicilio.
3. Lo Smart Working diventerà un MUST
Due cose sono divenute obbligatorie con questa quarantena. Lo Smart Working e l’obbligo dello Stato di aiutare famiglie o imprese che altrimenti non avrebbero soldi per andare avanti. Dopo la quarantena, una volta rientrate dall’isolamento, le aziende si saranno addestrate bene.
Perché far fare in azienda, con costi superiori, un lavoro come l’operatore di Call Center, il giornalista o l’insegnante quando puoi farlo comodamente a casa? Ed essere pagato meno. Già. Perché lavorare a casa significa avere un contratto diverso. Non privo di svantaggi. Dove guadagnavi 100 andresti a guadagnare 60.
Ma con un netto risparmio di benzina, inquinamento, fatica e tempo. Il tempo potresti utilizzarlo per lavorare di più e compensare, oppure per le tue passioni. Il resto potrebbe essere premiato dallo Stato con dei soldi in più o degli aiuti.
4. lo Stato Sociale e il comunismo prenderanno il sopravvento
Dopo la quarantena, conseguenza di tutte le situazioni di cui abbiamo parlato sarà che lo stato dovrà aiutare tutte le aziende e i professionisti a ripartire. Le aziende private non potrebbero esistere più senza i dovuti sussidi, soppiantate dalle multinazionali che non avranno perso nulla.
E, in una situazione in cui tutti lavoriamo da casa e guadagniamo di meno, perché conviene di più a chi ci paga, non potremo mantenerci con la paga ora esclusivamente a cottimo.
Ma guadagnando di meno riceveremo continui sussidi dallo stato. Aiuti con l’affitto, aiuti con le bollette, aiuti con la spesa. Un esercito di lavoratori da casa pieni di sgravi fiscali.
Un assembramento di persone tutte povere, ma con tutto pagato dallo Stato, che non escono mai di casa. I ricchi saranno sempre meno, ma la vera povertà non esisterà più perché verremo sempre aiutati dallo stato. Forse, l’inizio del vero comunismo marxista.
5. Nessuno uscirà più di casa e saremo tutti più igienici
Mesi trascorsi con la paura di ammalarsi. E l’aver visto qualsiasi cinese, poi milanese e poi direttamente italiano come possibile vettore della malattia mortale. Dopo la quarantena, tutto ciò potrebbe lasciarci profondamente segnati. Anni, secoli, persino millenni di abbracci, saluti con strette di mano o col bacio sulla guancia senza che veder, per questo, morire nessuno.
E ora tutto ciò potrebbe diventare bandito. Saremo tutti più votati all’igiene, mantenendo il metro di distanza il più possibile. Prenderemo meno i mezzi pubblici e più i mezzi privati preferendo direttamente lavorare da casa.
Cureremo di più la nostra igiene personale e eviteremo baci, abbracci, addirittura feste ed eventi. Si inizierà ad indossare la mascherina in pubblico quotidianamente per evitare più malattie possibili. Avremo, insomma, il mondo più vicino alla fantascienza post-apocalittica che vivremo mai (si spera!).
Una piccola critica: portare le mascherine ed evitare il più possibile di ammalarsi di qualsiasi malattia distruggerebbe tra qualche generazione i nostri anticorpi. Occhio!
6. Dopo la quarantena non cambierà nulla
Mesi di quarantena, centinaia di migliaia di morti in tutto il mondo, imprese fallite, interazioni sociali azzerate e paura di ammalarsi continua. Queste cose non possono non lasciare cicatrici indelebili. Cambiare completamente il nostro modo di vivere, il passato e il futuro.
Ma sarà davvero così? Cosa ricordiamo della prima e seconda guerra mondiale, che sono più vicine di quanto crediamo? Cosa ci è rimasto dell’11 settembre 2001 che molti abbiamo vissuto in prima persona e non tramite racconti? Poco. Anche in questo caso potrebbe essere così.
Quanti virus distruttivi ci sono stati simili a questo in Italia? Zero. Quante sono le probabilità che ricapiti, una volta arginato il fenomeno? Vicine allo zero.
Quindi l’ultima (e preoccupante?) ipotesi è che tutto torni come prima. Nemmeno uno straccio di strascico.
Nemmeno più l’igiene delle mani per la quale tanto ci ha tormentato la TV. Dopo la quarantena lo Smart Working verrà dimenticato e l’uso imposto di internet, dei social e delle videochiamate da parte di tutte le fasce di età ancora di più.
Tutti torneremo ad affollarci nei supermercati, ad alitarci in faccia, a salutarci con una stretta di mano e poi metterci le mani sul viso per infettarci a vicenda dei nostri germi.
In pratica, sarà come se questa sia stata una piccola, antipatica, parentesi. Come, appunto, quelle che ci hanno raccontato i nostri nonni o i nostri parenti per sentito dire sulla guerra. Che ascoltiamo affascinati ma che non sentiamo davvero vicino a noi e nel nostro modo di vivere.