Flow – Un mondo da salvare: un viaggio emotivo silenzioso
Se vi siete mai chiesti cosa farebbe il vostro gatto se un giorno non ci fosse più nessun umano in giro a riempire la ciotola, Flow – Un mondo da salvare potrebbe darvi una risposta. Questo film d’animazione del giovane regista lettone Gints Zilbalodis, presentato alla Festa del Cinema di Roma, ci porta in un mondo post-umano dove un gruppo di animali si ritrova a vivere una vera e propria odissea.
Avventure di un gatto e della sua ciurma
La storia inizia tranquilla, con un gatto nero che vive beato in quella che sembra la casa dei suoi umani… fino a quando una mega inondazione non scombina tutti i suoi piani di relax felino. Costretto a partire, il gatto incontra nuovi compagni di viaggio: un Labrador tutto feste e scodinzolate, un lemure sospettoso, un pacifico capibara (che probabilmente farebbe di tutto pur di starsene in pace) e un serpentario dal passato misterioso. Insieme si imbarcano su una zattera improvvisata, quasi come una piccola Arca di Noè pelosa e piumata, in cerca di un posto tranquillo dove ricominciare.
Flow – un mondo da salvare: strani dialoghi
In Flow non ci sono dialoghi. Ma niente paura, i nostri protagonisti si capiscono benissimo con sguardi, movenze e piccoli gesti: il gatto sciorina tutto lo scibile di emozioni possibili, il cane sa farsi capire nei suoi bisogni primari, e il lemure? Beh, quello arriccia la coda ogni volta che qualcuno invade il suo spazio. È incredibile come Zilbalodis riesca a farci “ascoltare” i loro pensieri solo osservandoli, senza mai farli parlare.
Paesaggi da sogno (o da incubo)
Le ambientazioni sono spettacolari: distese di natura incontaminata, paesaggi quasi surreali che ci fanno immaginare un mondo senza umani. La grafica è dettagliata e riesce a farci vivere ogni movimento degli animali come se fossero veri. È come se ci immergessimo nelle loro zampette (o ali) per qualche minuto, sentendo lo stesso misto di ansia e curiosità.
Flow – un mondo da salvare: un viaggio senza tempo
Con una colonna sonora che sposa perfettamente le immagini, Flow ci fa sentire dentro quest’avventura senza bisogno di parole. È un’esperienza emotiva: un attimo siamo accoccolati nella tranquillità del capibara, e il momento dopo siamo all’erta come il gatto. Questo gioco di prospettive e cambi di ritmo ci tiene incollati allo schermo ed è il cuore dell’esperienza.
Alla fine dei conti, Flow – Un mondo da salvare non è solo una storia di animali in fuga, ma una riflessione su quanto siamo piccoli di fronte alla natura. Ci ricorda, senza prendersi troppo sul serio, che la vita è un viaggio e che a volte, per salvarci, dobbiamo farci una zattera con chiunque sia disponibile… anche se è un lemure dal carattere difficile!