Mostri di Internet: i 5 più spaventosi degli ultimi 10 anni

mostri di internet

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Con l’avvento di Internet e l’esplosione dei social media, sono emerse nuove forme di leggende e miti urbani, spesso chiamate “creepypasta” da “copy” and “paste” in chiave horror. I mostri di internet nascono principalmente da questi: racconti dell’orrore digitale, influenzati e spesso amplificati dalla cultura online, hanno portato alla nascita di figure di spavento che sono diventate iconiche.

Di seguito, esploreremo cinque dei mostri più inquietanti e influenti che hanno lasciato un segno indelebile nella nostra cultura digitale negli ultimi dieci anni.

Slender Man

Slender Man tra i mostri di internet è forse quello più famoso. Nato come creazione di Eric Knudsen, noto online come “Victor Surge“, nel 2009 su un forum chiamato Something Awful durante un contest fotografico. La figura, alta e senza volto con braccia tentacolari, è stata uno dei primi fenomeni virali della rete. La sua notorietà è cresciuta rapidamente grazie a videogiochi come “Slender: The Eight Pages” e, soprattutto, grazie alle “creepypasta“, storie dell’orrore copia-incollate su forum e primi social.

Nel corso degli anni, alcuni giovani, influenzati dal suo mito, hanno compiuto atti pericolosi contro coetanei e hanno affermato di prendere ispirazione o di “giocare” con questa figura.

Il creatore di “Slenderman” è così geloso della sua creazione, che per mantenerla autentica si è rifiutato per anni di cedere i diritti per realizzare film ed altro materiale. Tranne il film del 2018, tutto il resto del materiale risulta

Jonathan Galindo

Jonathan Galindo è emerso come un fenomeno online rappresentato da un’immagine inquietante che ricorda un Goofy (Pippo) umanizzato e deformato, prendendo spunto da tendenze virali precedenti come il “Blue Whale” e “Momo“. La sua origine artistica risale al 2012-2013, grazie all’artista e videomaker americano Dusky Sam, che creò un video di questo Goofy distorto per scopi puramente artistici. Tuttavia, con la diffusione di immagini modificate online, il personaggio è stato trasformato e associato a varie versioni, tra cui quella di un assassino o stalker.

Anche se le sue radici sono innocue, nel 2017, l’immagine fu incorporata in una creepypasta, alimentando ulteriormente la leggenda di Galindo come una figura minacciosa associata a storie di stalking online. La sua fama esplose in America Latina e poi globalmente, amplificata da piattaforme come TikTok e influencer. Nonostante gli allarmi riguardanti sfide associate a Galindo che incoraggerebbero autolesionismo, non esistono prove tangibili di danni reali legati direttamente a lui in Italia. In conclusione, Jonathan Galindo, pur essendo un prodotto mediatico amplificato, rappresenta più una leggenda urbana che una vera minaccia, sottolineando la necessità di un approccio critico e informato verso tali fenomeni. È stato trattato anche da trasmissioni italiane come “le iene“, ma molte sfide che lo riguardano, almeno in italia, per fortuna sono leggende metropolitane mai confermate.

The Rake

The Rake è nato nel 2005 su 4chan, frutto di un post anonimo che mirava a creare un mostro originale e tenebroso. Diverse proposte vennero discusse, ma fu “The Rake” a dominare l’attenzione. La sua prima apparizione ufficiale risale al 2006 su Something Awful, introdotta da Brian Somerville nella serie “Horror Theater“. Descritto come un’entità pallida, antropomorfa e vagamente canina, The Rake si insinua nelle paure dei lettori con la sua presenza ossessiva e l’abilità di parlare con le sue vittime.

Le leggende e testimonianze sulle sue apparizioni, alcune delle quali risalenti al 1691, hanno contribuito ad alimentare l’aura di mistero intorno a lui. L’interesse per The Rake è esploso online, generando un’ampia gamma di contenuti fan-based. Dai disegni ai videogiochi, tra cui “The Rake: Darkness” e apparizioni in webserie come EverymanHYBRID, accanto allo Slender Man. Sebbene le sue rappresentazioni realistiche abbiano suscitato dibattiti sulla sua esistenza, è più spesso paragonato a leggende come il chupacabra e gli alieni “grigi”. La sua fama e il confronto con questi miti evidenziano la potenza delle narrazioni virali online. Anche se la realtà di The Rake resta una creazione della fantasia digitale.

Momo

Tra i mostri di internet più recenti, Momo è emersa come figura online dal viso distorto, facendosi notare su Whatsapp, l’app di messaggistica più famosa. Questo fenomeno ha origine in Giappone, dove un gioco suggeriva di chiamare un numero specifico per ricevere immagini inquietanti su Whatsapp, con la pratica che si diffuse anche in Messico e Colombia.

In maniera analoga a quella di Jonathan Galindo e della Blue Whale, Momo divenne una leggenda metropolitana. Si diceva che contattasse utenti a notte fonda, inviando immagini terrificanti e comandi da eseguire. Alcuni sostenevano persino che Momo potesse causare gravi danni psicologici, con voci di una presunta vittima in Argentina. WhatsApp ha incoraggiato i suoi utenti a bloccare i numeri di telefono che praticavano questa attività e a segnalarli alla compagnia. Entro settembre 2018, la maggior parte dei numeri di telefono presumibilmente associati a “Momo” erano fuori servizio e la copertura mediatica del fenomeno diminuiva. Tuttavia, dietro l’immagine spaventosa c’è una scultura d’arte, creata dall’artista giapponese @nanaakooo ed esposta alla Vanilla Gallery.

Siren Head

Siren Head è un’entità immaginaria ideata dall’artista canadese Trevor Henderson. La creatura, grazie alla sua figura imponente e ai suoni delle sirene che emette, ha catturato l’attenzione di molti, diventando un’icona della cultura popolare. Con l’avvento di TikTok, molti utenti hanno iniziato a caricare video in cui la creatura sembrava comparire, rendendolo virale. Un videogioco uscito per Halloween 2018 ha utilizzato Siren Head come personaggio.

L’aspetto di Siren Head è a dir poco inquietante: alto circa 12 metri, ha una figura umanoide magra, con sirene poste sulla sommità. Le leggende intorno a Siren Head sono numerose e variegate. Si dice che sia stato avvistato per la prima volta nel 1966 nel deserto dell’Arizona. Queste rappresentazioni servono a intensificare il mistero. La popolarità di Siren Head è esplosa durante il lockdown tra aprile e maggio 2020.

Conclusione

Il mondo digitale ha generato una nuova ondata di miti urbani e mostri di internet che rispecchiano le nostre paure. Quello che offline erano passaparola, con internet divengono fenomeni che si espandono. Anche se molti hanno smentito molte di queste storie come mere finzioni, il loro impatto sulla cultura e sulla psiche collettiva rimane tangibile.